MUSEO DELL' ARDESIA

Piazza Cavagnari, 7 – 16044 Cicagna (GE)
Tel: 0185 92103

il fascino della pietra nera

Un tuffo nell'economia del passato

Inaugurato nel 1995 nella Villa Cavagnari, il Museo Dell’Ardesia testimonia un’attività che rese ricca l’economia della Valle, il cui territorio è segnato dalle cave di pietra nera che caratterizza il paesaggio agreste con i confini dei fondi contigui segnalati da lastre in questo materiale, i muretti, gli edifici rurali con tetti di “ciappe” di pietra nera. 

La visita al museo riporta al passato con ricostruzioni ambientali, vecchi attrezzi e le prime segatrici meccaniche che facilitarono il lavoro dei minatori che usavano solo il piccone. L’ estrazione si fa con differenti procedimenti a seconda se la cava è a cielo aperto o in galleria. Nella prima l’ardesia è affiorante quindi le lastre si estraggono dal fianco della montagna; mentre nella seconda si scava a raggiungere il “banco”, allargando la galleria e mettendola in sicurezza. 

Oggi si estrae il materiale dal pavimento con la “coltivazione a terra”. I blocchi staccati si lavorano in cava dividendoli in quattro ceppi che gli “spacchini” riducono in lastre. L’ardesia è una roccia metamorfica sedimentaria che si formò nel Cretaceo Superiore 70/80 milioni di anni fa. L’escavazione dell’ardesia nella Valle è antichissima,i Liguri la utilizzavano per le lastre delle loro tombe a cassetta della necropoli di Chiavari.

 Le lastre di ardesia si prestano a vari usi come le lavagne scolastiche, le tegole o meglio “ciappe” per la copertura dei tetti perché l’ardesia è impermeabile e refrattaria al fuoco e i piani dei biliardi richiestissimi negli USA, nel museo c’è il biliardo originale usato per le riprese del film “Il colore dei dollari” con Paul Newman e Tom Cruise. Durante il XIX secolo in Valle funzionavano 160 cave che fornivano 36mila tonnellate di ardesia che veniva trasportata in equilibrio sulla testa dalle donne, le “Lavagnine” che raggiungevano il porto di Lavagna percorrendo sentieri che prevedevano delle piazzole di sosta. Si caricava sui leudi e trasportata a Genova per la sua commercializzazione